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Un importante monumento, che è possibile visitare percorrendo anche l'autostrada A29 direzione Trapani-Palermo è il Castello di Calatubo, edificato fra l'XI e XII secolo costituiva anticamente una fortezza militare con il compito di difendere il centro abitato circostante dalle minacce che potessero venire dall'esterno. Dopo la cessazione della sua funzione militare, dovuta anche allo spopolamento del villaggio, il Castello di Calatubo è stato abbandonato alle intemperie e agli atti vandalici; addirittura è stato trascurato persino dagli studiosi, che non dedicavano più la loro attenzione, rendendo difficile una ricerca delle fonti documentali riguardanti anche l'aspetto architettonico dell'edificio. Esiste una sola breve monografia sul Castello di Calatubo e racconta notizie concernenti il sito, che sono state raccolte prevalentemente su documenti custoditi nell'archivio vescovile della Diocesi di Mazara del Vallo.
Nel 1707 la proprietà su cui si trova il Castello di Calatubo appartenevano, perché trasmessi per via ereditaria, alla baronessa di Calatubo della famiglia De Ballis.
Donna Gaetana contrasse matrimonio con Domenico Papè, appartenente alla famiglia dei Duchi di Giampileri e di Valdina; alla sua morte il titolo di Calatubo fu trasmesso ai figli e nel giro vorticoso delle successioni ereditarie, che sono avvenute nei secoli, fino al 2007, erano ancora i discendenti della famiglia Papè ad avere la proprietà di questo castello, finché non la vendettero per una simbolica cifra di 60 mila euro al comune di Alcamo.
In tempi più recenti tutto il complesso architettonico venne adibito ad azienda agricola, dove un tempo veniva prodotto un eccellente vino, che si chiamava per l'appunto "vino di Calatubo". Negli anni '60 l'attività agricola venne dismessa e il complesso architettonico conobbe un altro periodo di abbandono e di trafugazione. Divenne persino un riparo per le pecore, finché il terremoto del 1968 non causò altri danni e crolli.
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