Rostri in mostra a Favignana.
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ROSTRI IN MOSTRA A FAVIGNANA.


Rostri in mostra a Favignana.

 

Recensita da Luca Sciacchitano il

Dal: 24/09/2014 - Al: 30/09/2014
Luogo: favignana

 

EVENTO
CONCLUSO

 


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Nella splendida isola di Favignana, presso l’ex Stabilimento Florio, sono in mostra i rostri delle navi che si fronteggiarono nelle acque delle Egadi, grandi manufatti di pregevole fattura giunti a noi quasi intatti dopo secoli trascorsi in fondo al mare.

Sono ben dieci i rostri, rinvenuti tra il 2004 e quest’anno, che si potranno ammirare all’interno di questo spazio adibito a museo, pieno di reperti archeologici, utensili e suppellettili tipici della mattanza dei tonni.

L’ultimo recupero è avvenuto durante l’estate da poco conclusa, al largo di Levanzo.
Il rostro – “Egadi 10” il suo nome, del tipo a tridente – è identificabile come romano grazie al confronto con i rostri Egadi 7 ed 8; riportato alla luce dal team della RPM Nautical Foundation, che nello specifico, dopo avere agganciato il prezioso reperto, ha effettuato il recupero da un fondale di 70 metri, dall’area di mare a circa 7 chilometri ad Ovest dell’isola di Levanzo, dove avvenne la Battaglia delle Egadi (10 marzo del 241 a.C.). Ci soffermeremo in seguito sullo scontro, proponendo un focus storico davvero interessante.
Dei rostri ritrovati, ce n’è uno, “Egadi 9”, già individuato dagli esperti che giace ancora sul fondale e sarà presto recuperato, aggiungendosi, dopo la dovuta pulizia dalle incrostazioni, a quelli già esposti.

Alle operazioni hanno partecipato immancabilmente la Soprintendenza del Mare, la Capitaneria di Porto di Trapani, la Guardia di Finanza, l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, la Shipping Agency, l’Associazione Culturale Tempo Reale e volontari che a vario titolo hanno prestato e prestano la loro professionalità.


(foto tratta da ansa.it)

In particolare, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana dal 2005 ad oggi, in collaborazione di RPM Nautical Foundation, ha realizzato una minuziosa analisi delle acque dell’arcipelago delle Egadi e del trapanese, utilizzando un’imbarcazione oceanografica a posizionamento dinamico (DPS) dotata di sistemi di ricognizione elettroacustica e visive di ultima generazione. Metodi e attrezzature all’avanguardia che hanno permesso di far “rivivere” la famosa Battaglia delle Egadi, combattuta nello specchio di mare antistante Trapani tra la flotta cartaginese guidata da Annone e quella romana guidata da Lutazio Catulo.

Lo storico Greco Polibio, descrive la prima Guerra Punica come “la più lunga, ininterrotta e tremenda guerra di cui abbiamo conoscenza” (Storie, I, 63, 4), con flotte composte da più di trecento navi da guerra a remi e da un equipaggio di oltre centomila marinai.



La decisione di entrare in guerra fu presa per evitare che col controllo della Sicilia “i cartaginesi potessero costruire un ponte per arrivare in Italia” (Storie, I, 10, 9). Dal canto loro, questi ultimi avevano valutato che se non avessero raccolto la disperata richiesta d’aiuto dei mercenari locali, i romani si sarebbero impossessati dell´Isola, e da lì avrebbero potuto pensare di allargare ulteriormente i propri domini.

La guerra durò ventitré anni e vide protagoniste le triremi, navi molto veloci e facilmente manovrabili con l’”asso” del rostro, che emergeva a pelo d’acqua e nello scontro con le navi nemiche creava falle enormi che le portavano ad un veloce affondamento.


(foto tratta da wikipedia)

I romani, guidati dal console Gaio Lutazio Catulo, vinsero tutti i principali scontri, conclusisi con la vittoria decisiva al largo delle isole Egadi il 10 marzo 241 a. C. I romani si riconfermarono potenza incontrastata, mentre i cartaginesi furono costretti a pagare una ingente indennità di guerra.

All’epoca forse non si poteva immaginare, ma le navi romane affondate nel corso della battaglia avrebbero regalato alla storia beni e reperti importanti e preziosi. Oggetti, in gran parte esposti nei locali della Tonnara di Favignana, ufficialmente denominata Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica; spazi adibiti a moderno museo, anche grazie alla versatilità, agli effetti sonori e visivi e più in generale alla multimedialità.

La struttura, che con i suoi 32 mila metri quadri è una delle più grandi tonnare del Mediterraneo, passò alla famiglia Florio nel 1841. Acquisiti successivamente i diritti di pesca, nel 1874, Ignazio Florio chiamò l´architetto Giuseppe Damiani Almeyda – autore del Politeama di Palermo – per ampliare e ristrutturare la tonnara, adibendola per la conservazione e l’inscatolamento del tonno sott’olio. Nella prima metà del Novecento, lo stabilimento cambiò due volte proprietà, per passare, nel 1985, all´imprenditore trapanese Nino Castiglione. Nel 1991 lo stabilimento fu acquisito dalla Regione Siciliana. I lavori di recupero di cui necessitava la struttura si sono conclusi nel 2010, suddividendo l’interno in spazi museali a tema.


(foto tratta da imperatoreblog.it)

Lo Stabilimento Florio, fino al prossimo 30 settembre, sarà aperto tutti i giorni – festivi compresi – dalle 10 alle 13.30, la mattina, e dalle 17 alle 23.30 il pomeriggio e la sera. L’ingresso è a pagamento, mentre la visita guidata è gratuita.
La biglietteria chiude 30 minuti prima dell´orario di chiusura del museo; il biglietto intero costa 4 euro, mentre quello ridotto (riservato agli studenti universitari dai 18 ai 25 anni) costa 2 euro. Ingresso gratuito per i visitatori fino ai 18 anni e ogni prima domenica del mese. I biglietti sono in vendita solo presso il museo.
Gli orari delle visite guidate sono i seguenti: 10.30; 11.15; 12; 17.30; 18; 19; 20; 21; 22.

Info e prenotazioni visita guidata: 324 5631991 (attivo solo durante orari di apertura); Ufficio Turistico Comune di Favignana, 0923 925443.







 

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